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10 Aprile 2015

Atelier da incubo! Non ci sono regole all'inferno

Non esiste una regola precisa su come le cose andranno ma possiamo darti dei consigli per far filare la cosa più liscia possibile.

LE PRESSIONI DEI MEDIA.

Come già accennato in un articolo, ricordati che “abito da sposa cercasi” è solo una serie TV e che la realtà è molto diversa.

Tralasciando come la flessibilità del budget della sposa diventi la norma in ogni singola puntata parliamo del punto di vista “umano”.

Questo genere di serie TV tendono alla spettacolarizzazione dell’emotività umana specialmente nel momento della scelta dell’abito.

Di conseguenza abbiamo un esercito di ragazze e donne in crisi che non riescono a comprare un abito da sposa se prima… Non piangono!

Tu non farti questi problemi perché piangere non è la risposta al grande interrogativo sarà questo l’abito giusto?.

Ti consigliamo di farti un giro nei forum delle sposine e scoprire che molte di loro non hanno pianto quando hanno trovato l’abito giusto, alcune hanno riso, altre ancora hanno fatto la danza della vittoria e, infine, altre hanno detto semplicemente perfetto, lo compro!.

THIS GAME IS ALL ABOUT MONEY!

Visto? Lo dice anche Michael Bay!!!

...circa...

Se appartieni a quella schiera di spose che vogliono trovare il loro abito da Zara o da H&M salta a pié pari questo paragrafo perché parla di contrattualistica legata all’acquisto dell’abito da sposa.

Siamo oneste, un abito da sposa non è un pacchetto di Tic Tac e si parla di cifre anche a tre zeri! Mica bruscolini!

Inoltre gli atelier sposa devono vedersela anche con la fallacità della vita umana (ovvero: matrimoni annullati) e l’imprevedibilità delle emozioni (ovvero: ho comprato l’abito sbagliato!).

Prendete queste due forze e fatele scontrare con un mutuo da pagare, stipendi da accreditare ai commessi e conti dei fornitori da estinguere, il risultato è un esplosione atomica che nemmeno Hiroshima!

Ebbene sì, le cifre da capogiro non vanno mai troppo d’accordo con la vita reale!

Di conseguenza gli atelier hanno tutto l’interesse a tutelarsi.

In che senso? Chiederai.

Nel senso che gli atelier hanno tutto il diritto a farti comprare l’abito e, se le cose vanno storte, hanno tutto il diritto a tutelarsi contro i rovesci della TUA vita.

Solo perché la tua vita è andata a rotoli ci devono andare di mezzo loro? AH! Ragazza mia, tu sogni!

Di conseguenza, quando troverai l’abito giusto, al momento di pagare potrai ricevere una copia di un contratto da firmare.

Sì, un contratto!

Leggilo attentamente e se non capisci qualcosa, chiedi subito! E’ proprio nei momenti di maggiore euforia che si commettano gli sbagli più atroci!

Solitamente in questi contratti si concorda la modalità di pagamento che può essere a più rate (due, tre, o anche quattro) dalle cifre più o meno simili o mediante il versamento di un piccolo acconto e l’estinzione del debito al momento del ritiro dell’abito.

In entrambi i casi ricordati che, ad ogni somma versata, devi farti rilasciare regolare ricevuta di avvenuto pagamento.

Questi contratti, inoltre, regolarizzano l’estinzione del contratto -e il destino dell’abito- in caso di recesso da parte dell’acquirente.

Solitamente il contratto, in caso di rinuncia all’abito da parte dell’acquirente, prevede la perdita della caparra da parte di quest’ultimo.

Ma fa attenzione, controlla che non ci siano deadlines da rispettare nel caso volessi rinunciare all’abito o clausole che prevedano, a prescindere, l’acquisto e il pagamento totale dell’abito.

Internet è pieno di storie di sposine che hanno annullato il matrimonio e si sono ritrovate a dover pagare per intero un abito che non hanno mai indossato!

Gli incidenti di percorso capitano, ma certe fregature possono essere evitate!

Una clausola sconosciuta alla maggiorparte delle sposine è la clausola di esclusività.

Questa clausola può essere più o meno flessibile, a discrezione dell’atelier, è prevede che il negozio NON venda lo stesso abito ad un’altra sposina:

  • che si sposa nel tuo stesso comune, o provincia, o regione.
  • che fa il ricevimento nella tua stessa location.
  • che si sposa nel tuo stesso periodo.

Come vedi ci sono molte variabili e, solitamente, si possono concordare con l’atelier stesso.

Senti la testa un po’ girare?

Normale! Ma poiché ci sono di mezzo parecchi soldi è meglio, per tutti, cautelarsi!

MEXICAN STANDOFF

Il mexican standoff (o stallo alla messicana o triello) è quella condizione in cui due o tre persone si ritrovano bloccate in una situazione paradossale dove, chi farà la prima mossa, finirà ucciso a sua volta.

In questo caso parliamo di te, il vestito giusto e la commessa.

Tu non hai ancora deciso ma il vestito ti piace e la commessa ti fa delle pressioni; in questo caso sai che se ti muovi per prima e accetti sbaglierai perché potresti pentirtene in seguito e se rifiuti potresti pentirtene lo stesso!

Oddio. Che. Ansia!

C’è solo un modo per evitare di ritrovarsi in questo gioco perverso: imparare a conoscere i propri nemici (sì anche il vestito può diventare un tuo nemico!).

Come già spiegato in un precedente articolo, ci sono delle regole per trovare il vestito giusto.

Qua te ne proproniamo delle altre…

Se un abito ti piace informati se si tratta di un modello della collezione corrente o no, solitamente gli abiti delle collezioni passate costano un po’ di meno a meno che non siano dei best sellers entrati nella cosìdetta collezione permanente del brand.

Non farti fregare e informati su questa differenza sostanziale.

Infine, informati attentamente sulle cosìdette riprese. In alcuni atelier sono comprese nel prezzo dell’abito, in altri no.

Abbiamo letto di una sposina, imbufalita, per essersi fatta menare per il naso da un atelier che le ha venduto un abito ad un prezzo -secondo loro- d’affare e regalandole addirittura le riprese… Per poi scoprire, informandosi presso un altro atelier, di non aver pagato altro che l’effettivo prezzo dell’abito più l’effettivo prezzo standard delle riprese.

Certo, la ragazza ha speso i 2000 euro che doveva spendere senza un centesimo di più! Ma rompe incredibilmente le scatole quando un commerciante ci fa passare per affarone un qualcosa che affarone non è!

Saldi

Ti dice niente questa parola?

Parliamo, infine, del terrorismo psicologico di alcuni commessi.

Si sa, i commercianti sono addestrati a venderti qualcosa che sia oltre il tuo budget, magari di pochissimo… Ma che lo sia!

E per farlo s’inventano di tutto!

Dalle pedane che rialzano e rendono slanciate anche le ragazze tracagnotte con un abito princesse (attenzione: i gonnelloni ampi abbassano la figura!), gli specchi inclinati che affusolano le forme e le luci messe nei punti strategici per far risaltare solo i lati positivi.

...magari ci fossero queste cose anche nei camerini dei negozi normali…

La metà di noi si specchia in camerino, si vede Quasimodo e non compra una mazza!

In questo caso, a maggior ragione se sei al tuo primo atelier, incarica una persona di fiducia, molto discreta, che ti faccia delle foto di nascosto e che poi te le mostri.

Vogliamo parlare delle pressioni? Dei ricatti? Molte sposine si sono sentite dire queste frasi:

  • se non lo blocchi oggi domani potrei averlo già venduto ad un’altra e qui diamo l’esclusiva.
  • te lo faccio provare perché ti piace ma sappi che non puoi opzionarlo perché l’ha opzionato già un’altra sposina. Ovviamente se decidi di comprarlo tu è tutto tuo senza problemi.
  • è l’abito giusto per te. Ho visto molte ragazze farsi scappare l’abito sotto il naso e poi tornare disperate a reclamarlo quando era troppo tardi ma vedo dai tuoi occhi che non farai questo errore…

Sanno che le ragazze sono fragili in quel momento e cercano di approfittarne! Ma tu non sei fragile, tu sei un leone!

E non cederai a questi mezzucci!

Parliamo infine di autentici autogol commerciali e atti di bullismo perpretrati contro le sposine da autentici imbecilli che non dovrebbero avere un’attività commerciale.

Si va dai commenti poco carini alla taglia della sposa, all’offrirsi di far provare gli abiti alla tua amica che ti accompagna e che è più magra e bella di te così almeno ti fai un’idea di come questi abiti stanno addosso.

Concludiamo con quelle sposine che, una volta detto il proprio budget, si sono viste strappare di mano la flute di champagne, buttare fuori dallo sciccosissimo salottino di prova dell’atelier, spingere a calci nel magazzino outlet del negozio e lasciate da sole a scegliere il proprio abito tra un tripudio di vestiti sporchi, usurati e di parecchie stagioni prima.

Questi comportamenti schifosi si commentano da soli e certamente non dobbiamo dirti cosa fare in questo caso.

BUONA LA SECONDA?

Parliamo, infine, della seconda prova.

Quando si acquista un abito da sposa passano dai tre a quattro mesi prima che questi sia pronto, a meno che non sia un abito campione o un abito da sfilata comprato in saldo.

Solitamente una sposa si preoccupa di non essere ingrassata o dimagrita troppo prima della seconda prova o, al massimo, si preoccupa che l’abito le piaccia ancora.

In realtà le preoccupazioni dovrebbero essere altre…

Al momento della seconda prova controlla attentamente l’abito, è effettivamente un abito nuovo? Sicura che non ti abbiano rifilato l’abito che ti hanno fatto provare tre mesi prima ripreso sulle tue misure?

L’abito è stato effettivamente fatto su misura o è una taglia standard?

Se hai comandato delle modifiche sono state rispettate? Sono state fatte bene?

Controlla attentamente le riprese e che l’abito cada come si deve, fatti aiutare da qualcuno che se ne intende e chiedi che ti accompagni in atelier quel giorno per avere un suo parere.

Fidati, essere ingrassata o dimagrita sarà l’ultimo dei tuoi pensieri qualora dovessi accorgerti che hai speso una fortuna per un abito campione o per un abito in taglia spacciato per un su misura!

Fatti i compiti?

Affilate le unghie?

Tolte le fette di salame dagli occhi?

Allora varca la porta dell’atelier senza alcuna esitazione!!!

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